Ecco la casa rossa (27/12/2023)

Davanti a me c’è la casa rossa. Quando è giorno quel colore è tranquillo, quasi noioso, ma al tramonto si carica di rosa e arancio, gonfio e luminoso come un pianeta. 

Questa intensità dura pochi minuti. Bastano a risvegliarmi dall’intontimento del pomeriggio in ufficio. Se la giornata è stata animata non ce n’è un gran bisogno e a volte non me ne accorgo nemmeno, ma in pomeriggi come questo basta a rianimarmi. I muri illuminati vibrano, la casa fa le fusa come un gatto, e il bosco dietro è la pelliccia verde di un altro animale, una volpe gigantesca forse, accovacciata. Mi sento di nuovo sveglia, e resto in quel bagliore con la mente vivace di un animale vivo. Prima e dopo: dipende. Non ho nessun controllo sul mio cervello. 

Oggi per qualche minuto sono stata contenta. La mia collega al banco del prestito era impegnata nel retro, e ho accolto io i nonni con il bambino di tre anni che doveva ritirare un libro illustrato. E’ impressionante anche per me assistere al passaggio della mia mente da inanimata a accesa. Il bambino non voleva nessuno dei libri che il nonno e la nonna gli proponevano, poi mentre anch’io ne tiravo fuori qualcuno dagli scaffali per farglieli vedere ho afferrato al parola Paura, pronunciata come se fosse Panna Montata, e allora ho saputo deve andare, ho tirato fuori l’angolo di Lupo nero, gli ho chiesto se se la sentiva, se era proprio sicuro, e ovviamente lui ha voluto quello. 

Gli ho detto a bassa voce che fa paura ma finisce bene, finisce bene ma fa paura. Ha allungato le braccia per prenderlo. Vorrei anch’io che qualcuno mi bisbigliasse quelle cose. Allungherei le braccia per prendere tutto, invece di stare rannicchiata per difendermi dalla tempesta che non corrisponde mai a niente di reale, si scatena solo dentro di me, come se fossi una regione sfortunata dove si accumulano le nuvole e scoppiano i tuoni.  

Quel bambino se ne è andato col libro, io mi sono sentita utile e è finita lì, con me che mi sentivo utile. Sono tornata a sedermi nel mio angolo isolato, e mentre scivolavo di nuovo nei miei compiti ripetitivi bang, la casa rossa si è accesa come uno schermo cinematografico. Ora mentre brilla penso che sono grata di essere ancora in grado di reagire alla bellezza, non è mica scontato, a volte è solo tenebra tenebra tenebra. Grazie casa rossa, grazie bosco verde scuro. Grazie biblioteca, che anche adesso che lavoro qui dietro, nascosta, ogni tanto mi fai dei regali. 

Informazioni su runpauline

Bibliotecaria, regina dei finti tamarri, conduttrice radiofonica, musicista, in psicoterapia da sempre, ho Venere al medium coeli e me ne dolgo. Prima di morire ho una lista di cose da fare che comincia con: Aurora boreale. con il nome diArabella Urania Strange scrive anche su una risista speciale: Quasi la rista che non legge nessuno http://www.obloaps.it/quasi/
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